Good books: LA NOSTRA AFRICA, di Michelangelo Bartolo

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Titolo: La nostra Africa

Autore: Michelangelo Bartolo

Editore: Gangemi

Note: 1) Finalista del concorso letterario 2011 del gruppo GeMS, Gruppo editoriale Mauri Spagnol, 2) Primo premio della sezione narrativa italiana del concorso “Mario Soldati 2012, 3) Primo premio Concorso “degli Assi” 2013 associazione Culturale Carta e Penna di Torino, 4) Secondo premio Concorso letterario internazionale Città di Cattolica – Pagasus Literary Award, 5) Premio Letterario “Scriviamo Insieme” (maggio 2013), 6) Primo classificato al concorso letterario Nazionale ScriviRimini (Lug 2013), 7) Finalista premio letterario Giovane Holden 2013, 8) Finalista del premio letterario Zeno, ottobre 2011, 9) Premio speciale della giuria per la sezione romanzi della III edizione del premio Franz Kafka Italia (ottobre 2013), 10) Secondo classificato al premio letterario vinceremo le malattie gravi, 11) Finalista del premio Angelo Zanibelli 2013 – Sanofi, 12)Premio speciale della giuria premio letterario “Danilo Masiero” ottobre 2013

Michelangelo Bartolo ha parecchie doti: sa scrivere bene, ha un grande senso dello humor, ha avuto, ed ha tuttora, il coraggio di andare in Africa come medico per lottare contro l’AIDS. Dalle sue esperienze è nato questo libro, piacevolissimo, dove si alternano pagine tragicomiche e momenti commoventi.

Michelangelo Bartolo dice di sè:

Sono nato a Roma nel 1964, sono medico e angiologo. Dirigo il reparto di telemedicina dell’Ospedale San Giovanni di Roma. Sono tra gli ideatori del programma DREAM della Comunità di Sant’Egidio per la prevenzione e il trattamento dell’AIDS e della malnutrizione in Africa. Dal 2001 ho compiuto decine di missioni in paesi africani per aprire centri clinici di cura e servizi di telemedicina in diversi paesi dell’Africa Sub-Sahariana. Sono autore di diverse pubblicazioni scientifiche nel campo dell’angiologia e della telemedicina. Questo è il mio primo romanzo.

San Marino e Cattolica 012 bassa 

  • A tuo giudizio quali sono i punti forza del tuo libro?

E’ una storia vissuta in prima persona, che porta il lettore a ripercorrere accanto al protagonista i successi, ma anche le paure, le incertezze, di un medico che dall’ambulatorio di un grande ospedale romano si trova catapultato in Mozmabico prima e poi in Tanzania. Il racconto, pur parlando di qualcosa di molto serio come la realtà dell’Hiv in Africa, non è assolutamente un libro drammatico, anzi. Una costante ironia porta a sdrammatizzare le situazioni più irreali e assurde. E’ un romanzo che porta il lettore a conoscere meglio la realtà Africana e la storia di uno dei maggiori programmi di cura per compattere l’Aids: il programma DREAM della comunità di Sant’Egidio. Nel romanzo, per scelta, non si fa mai riferimento esplicito a tale programma, proprio per dare la possibilità a tanti di identificarsi con qualsiasi medico cooperante, indipendentemente dall’associazione di cui fa parte. Tra l’altro diversi lettori mi hanno contattato ed hanno dato importanti contributi per i progetti di cooperazione che continuo a realizzare in Africa: ne è nata una onlus Global Health Telemedicine ( www.ghtelemedicine.org ) che è anche un frutto concreto di questo libro.

  • Perchè hai deciso di scrivere questa storia?

Alla presentazione del mio libro a Roma, Roberto Gervaso ha sostenuto che ogni autore scrive un libro per puro narcisimo, e forse un pizzico di verità in questa riflessione c’è. Il libro nasce come appunti di viaggio, che talvolta annotavo, specie quando mi trovavo in alcune situazione complesse, difficili, con difficoltà che sembravano insormontabili. Scrivere mi ha aiutato a ricomprendere certi avvenimenti e i commenti di molti lettori (più di 100 commenti riportati su www.mbartolo.com)  mi hanno ancor più aiutato in questo. Forse ho iniziato a scrivere per gioco, e per gioco ho partecipato al concorso letterarario della GEMS che ha avuto la colpa, o il merito, non so, di avermi lanciato in questa avventura.  

 

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